23 novembre 2007

Un po' di storia


La trottola è un gioco per bambini conosciuto in tutto il mondo fin dai tempi antichi.
La trottola risale a più di 6000 anni fa: alcune trottole perfettamente conservate, con le fruste utilizzate per metterle in moto, sono state ritrovate durante gli scavi di Ur in Mesopotania.
Esemplari della trottola sono stati rinvenuti inoltre negli scavi dell'antica Troia, a Pompei, in alcune tombe etrusche, e in Cina, in Giappone ed in Corea.
Il gioco della trottola era famosissimo nell'antica Grecia e a Roma: Platone, Aristotele, Plinio, Virgilio e Ovidio tutti subivano il fascino ed il contagio della trottola, in latino chiamata "turbo".
Catone il Censore consigliava ai genitori il gioco della trottola, perché lo riteneva molto più adatto ai bambini di quanto lo fossero i dadi.
La "trottola" era di uso corrente in Inghilterra nel XIV secolo: ogni parrocchia possedeva la propria trottola e, nel Martedì Grasso, si svolgevano sulle strade gare di trottole. Si cantava stornelli, alcuni dei quali ancora restano vivi.
I bambini indiani del sud-ovest degli Stati Uniti chiamano le trottole "danzatrici".
Per tenere viva la loro danza le fanno girare con lacci di pelle.
In Oriente si trovano trottole di tutte le forme e di tutte le misure. In alcune regioni rurali sono fatte di conchiglie, le cui parti sporgenti e le punte sono state accuratamente levigate.
I giapponesi fabbricano diversi tipi di trottole moderne, tra le quali una, la "trottola-levatrice" che contiene tante trottoline, le quali escono dalla grande quando questa si mette a girare.
La Trottola non funziona soltanto per terra.
Alcune trottole giapponesi, come i giroscopi, si reggono su uno spago.
Con lo stesso principio, le si può far girare su un cucchiaio tenuto tra i denti, come fanno i bambini messicani.
L'Australia è ricca di riti in cui interviene la Trottola.
Le tribù della Nuova Guinea e del Borneo fanno ruotare le loro trottole dopo il tempo delle semine, per stimolare la crescita delle piantine nuove.
In alcune zone tribali si fanno cozzare le trottole l'una contro l'altra in "battaglie di trottole giganti".
Anche nelle regioni meridionali dell'Italia la trottola diventava spesso un giocattolo "crudele", capace di sfogare l'aggressività dei bambini: chi vinceva infatti aveva il diritto di sfregiare o addirittura frantumare la trottola del perdente usando proprio la punta metallica della propria.

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